Il sorbo da frutto, Sorbus domestica, diffuso nell’Europa Meridionale e Asia Minore, veniva coltivato in passato proprio per i piccoli frutti a pera, giallo rossastri, dal sapore acidulo. Ricchi di acido malico e vitamina C, questi frutticini sono oggi stati riscoperti e vengono utilizzati soprattutto per produrre sidro, confetture, liquori e salse. Piccolo albero della famiglia delle Rosacee, il sorbo domestico è inoltre indicato per la coltivazione biologica e l’incoraggiamento faunistico dei piccoli volatili oltre che per la valorizzazione di zone marginali.
Consigli di coltivazione
I sorbi necessitano di un luogo soleggiato e ben ventilato, non temono il freddo ma non amano il caldo, dove è possibile coltivarli all’ombra di alberature più elevate con fogliame non troppo denso. Il terreno preferito è soffice e profondo, molto ben drenato. Nel tempo lo sviluppo di un buon apparato radicale consente ai sorbi di accontentarsi delle piogge, ma i giovani esemplari richiedono annaffiature, bagnando a fondo il terreno. Per favorire lo sviluppo degli esemplari meno vigorosi, ogni 2-3 anni si aggiunge letame maturo ben decomposto in primavera.
Da non dimenticare
Le sorbe, cioè i frutti del S. domestica, non eduli al momento della raccolta, diventano commestibili solo dopo ‘ammezzimento’, un processo mediante il quale i frutti acerbi, riposti ben distanziati l’uno dall’altro su un vassoio di cartone o cassetta di legno, vengono conservati in un luogo asciutto e senza luce fino al punto di giusta maturazione, per eliminare il tipico effetto astringente al palato provocato dall’elevato contenuto di tannini. In fitoterapia hanno proprietà astringenti, diuretiche, detergenti, rinfrescanti e tonificanti.